Il XIX secolo in Europa fu un periodo di straordinari cambiamenti e una delle epoche più produttive in termini letterari.
Nella capitale inglese si cercava una via di fuga dalle opprimenti restrizioni sociali del tempo e i più avventurosi si lasciarono andare di fronte a svariate forme di anticonformismo.
Il senso più vero dell'amore e la ricerca della bellezza divennero il pensiero centrale di innumerevoli artisti, tanto da arrivare ad istituire un vero e proprio Culto della Bellezza.
"Oh, Italia, tu possiedi il fatale dono della bellezza... gli orfani del cuore devono appellarsi a te",scriveva Lord Byron.
E molti furono infatti "gli orfani del cuore" che si diressero in Italia durante tutto l'Ottocento. Tra questi si contano anche Elizabeth Barrett e Robert Browning.
La storia dell'incontro, del corteggiamento che ne derivò ed infine dell'unione in matrimonio il 12 settembre 1846 tra la poetessa più eminente ed amata d'Inghilterra, Elizabeth Barrett,e il molto apprezzato poeta Robert Browning, divenne una delle più famose della loro epoca.
Entrambi sono oggi a pieno titolo riconosciuti come giganti letterari dell'epoca Vittoriana.
Le Poems di Elizabeth Barrett vennero pubblicate in due volumi nel 1844, riscuotendo un enorme successo.
Pochi anni prima, la pubblicazione di Dramatic Lyrics (1842) di Robert Browning aveva suscitato ammirazione nella poetessa, la quale apprezzò molto l'opera, pur rimanendo ancora in silenzio di fronte al celebre poeta.
In Poems, la sua poesia 'Il pianto dei bambini' Elizabeth rivelò una preoccupazione appassionata rispetto alla rivendicazione dei diritti umani, mentre espresse il suo personale piacere e grande apprezzamento per il lavoro di Browning nella ballata 'Il corteggiamento di Lady Geraldine'. Nei suoi versi la poetessa ha infatti paragonato Browning ad altri illustri poeti del suo tempo di cui aveva grande stima:
"Lì, obbediente alle sue preghiere, lessi ad alta voce le poesie
Realizzate per i flauti Toscani, o strumenti più vari dei nostri; Lessi i passi pastorali di Spenser—o il sottile fluire Che si trova nei sonetti di Petrarca—ecco il libro—la pagina è ripiegata! O talvolta un volume moderno, — gli idilli solenni di Wordsworth, Le ballate di Howitt, o le fantasticherie incantate di Tennyson— O da Browning qualche 'Pomegranate', che, tagliata a metà, Mostra al suo interno un cuore succoso di una venata umanità."
Molti dei crtitici che recensirono Poems della Barrett cantarono le lodi del suo potere intellettuale, della sua disarmante originalità e audacia di pensiero. Da una giovane poeta promettente quale era, Elizabeth Barrett si avviò sulla strada del successo internazionale su entrambe le sponde dell'Atlantico, giungendo persino ad essere definita una leggenda vivente dai suoi contemporanei.
"Amo i suoi versi con tutto il mio cuore, cara Miss Barrett..." legge l'inizio di una delle prime lettere d'amore indirizzate da Robert Browning alla sua futura moglie.
A questa dichiarazione d'amore intellettuale se ne aggiunsero altre 572, tra quelle ancora oggi esistenti, le quali catturano l'essenza della loro conoscenza, del fiorente amore e del loro 'matrimonio proibito'; Elizabeth sapeva infatti molto bene che il padre avrebbe disapprovato la sua relazione con Robert, in quanto l'uomo era più giovane e meno abbiente di lei. I due si frequentarono dunque in segreto per più di sei anni prima di fuggire definitivamente alla volta dell'Italia nel 1846. Elizabeth fu ripudiata dal padre, ma la fiamma dell'amore di lei per Robert rimase pur sempre accesa e ben salda nel tempo fino alla sua morte, avvenuta tra le braccia di lui all'età di 55 anni.
Non a caso i due poeti innamorati sono stati da sempre motivo di fascino per studiosi ed appassionati.
"Come t'amo? Lascia che te ne conti i modi" scriveva lei nei famosi Sonetti dal portoghese, una raccolta di 44 componimenti pubblicata nel 1850, quattro anni dopo il matrimonio e la loro sistemazione definitiva a Firenze.
Un amore Romantico
Le due generazioni di poeti Romantici inglesi coltivarono l'individualismo e rivelarono il loro profondo rispetto per il mondo naturale, difendendo i principi della filosofia idealista e dando vita a poesie ribollenti di passione fisica ed emotiva, oltre che a mostrare uno spiccato interesse per il mistico e per il sovrannaturale.
Queste menti sopraffine vennero direttamente ispirate nel loro impegno letterario dallo scrittore scozzese Walter Scott. La magnifica serie The Waverley Novels ebbe un effetto straordinario, sia in Inghilterra che altrove, su una società in cui la borghesia riusciva a prendere finalmente piede a discapito dei ceti più alti. I retaggi di una tale influenza sarebbero rimasti vivi per più di un secolo dalla loro originale diffusione.
Racconti tanto stimolanti alimentarono il rilancio dei valori del passato, fino ad allora custoditi nella culla dell'aristocrazia.
Questi garantirono alle giovani donne del tempo un accesso sicuro al brivido dell'incontro con amanti fedeli pronti a salvarle, mentre incitarono i giovani uomini ai gesti più romantici ed impetuosi sia in amore sia in guerra.
Pittori, scultori, romanzieri e poeti videro un simile cambiamento come una sfida.
Anziché dichiarare guerra a terre straniere, i loro cavalieri immaginari si battevano nelle lotte del cuore, sia sulla tela che sulla pagina.
Lo scopo era quello di risvegliare ai sensi la società, sfidandola all'analisi della coscienza comune. Si trattava di un vero e proprio bisogno, scaturito dalla dura realtà della Rivoluzione Industriale, in seguito alla quale le miserabili condizioni di vita nelle ormai sovraffollate città fecero sollevare un richiamo all'attenzione per l'instaurazione di nuovi e saldi valori.
Tra i più celebri autori dell'epoca si inserisce Charles Dickens, il quale divenne un affermato critico sociale oltre a battersi con vigore per i diritti dei bambini, per lo sviluppo del sapere e della formazione e per l'approvazione di innovative riforme sociali.
È in una simile turbolenza che la bellezza dell'amore tra Barrett e Browning si configurò come un cruciale aspetto di un'era in cui donne e uomini avevano preso a guardare romanticamente all'antichità, soprattutto medievale.
Il celebre critico John Wilson ("Christopher North") affermò che che ci fosse "della bellezza in tutte le poesie di Elizabeth Barrett" e che lei avesse "contribuito molto, con le sue opere, alla diffusione degli ideali Vittoriani sul medievalismo".
"Non giudicate più ciò che fanno le donne!", supplicò la Barrett, secondo la quale era importante che chiunque contribuisse alla diffusione della letteratura Romantica come collante tra classi, grazie alla disinibita espressione di un amore fatto di bellezza e di galanteria e poggiato sulle basi di un 'amore cortese', ormai pienamente ripreso dagli artisti ottocenteschi di tutta Europa.
L'amor cortese era da sempre stato un agglomerato di servizio, devozione e passione, ma a simili ideali andava ora ad intrecciarsi uno spiccato 'senso di sé'.
Proprio come la canzone d'amor cortese era precedentemente cantata da languidi innamorati all'unica amante del loro cuore, così le riflessioni filosofiche e le poesie di Robert Browning si riempirono presto del suo incommensurabile affetto - e rispetto - per Elizabeth, soprattutto dopo il loro tanto agognato incontro nella casa dove lei viveva insieme alla famiglia al N. 50 di Wimpole Street a Londra.
La Barrett soffrì per tutta la vita di paralisi periodica iperkaliemica, un disturbo caratterizzato da attacchi episodici di debolezza muscolare. Tuttavia, rianimata dall'amore di Robert, riprese persino a camminare nei primi mesi del loro corteggiamento, soprattutto quando il padre di lei era impegnato in affari di lavoro. L'idillo amoroso durò fino a quando quest'ultimo venne a conoscenza della relazione tra i due e tentò in ogni modo possibile di distruggere la loro felicità, gesto che ebbe un profondo effetto negativo sulla salute mentale e fisica della figlia.
Browning si ripromise di liberare la donna amata il meno dolorosamente possibile dall'atmosfera soffocante che pesava su di lei nel suo ambiente familiare e si schierò con pugno di ferro contro il volere del futuro suocero. Quest'ultimo aveva un perverso senso del dovere e vietava ai suoi figli di amare o sposarsi liberamente, con la minaccia di diseredarli ed escluderli dalla condivisione di un'eredità piuttosto considerevole.
Ad andare incontro a questo triste destino fu, tra gli altri, proprio Elizabeth.
La sua fuga fu progettata da Browning, il quale trovava che la natura crudele ed ossessiva delle attenzioni del padre di Elizabeth non avesse nulla a che fare con il sentimento d'amore paterno.
Il 18 settembre 1846, poco prima del loro matrimonio, Browning scrisse ad Elizabeth, dicendole: "Che Dio ti benedica e ti dia forza, mia carissima, cara più di ogni altra cosa... Scrivimi ancora, anche solo una parola - affidati a me..."
In seguito ad uno sgradevole incontro con suo padre avvenuto la sera precedente, La Barrett capì finalmente di non poter più sopportare una simile situazione e comunicò a Browning di aver compresero di voler fuggire con lui e sposarlo in segreto.
Fu così che Elizabeth scappò dalla casa paterna in compagnia della domestica e del suo cane Flush, divenuto famoso per la biografia che ne scrisse Virginia Woolf nel 1933.
Robert ed Elizabeth si unirono in matrimonio e lui la condusse con sé in Italia, dove trascorsero insieme il resto delle loro vite.
Sia la devozione di lei, sia il suo amore per la musica sono spesso citati come importanti influenze sul successivo sviluppo di Browning come poeta.
Tristemente, la malattia di Elizabeth - che per più di un secolo e mezzo fu erroneamente attribuita ad una brutta caduta da cavallo avvenuta all'età di 15 anni - la portò ad una morte precoce, appena 11 anni dopo la sua unione di fronte a Dio con Robert. A finire non fu però il loro amore, il quale, come dichiarò lo stesso Browning, sarebbe rimasto nel suo cuore per l'eternità.
L'artista inglese Frederick Leighton concepì il monumento funebre di Elizabeth su richiesta del marito, ormai distrutto dalla perdita tanto temuta.
Leighton immaginò una scena per l'ultimo luogo del riposo di Elizabeth volta ad evocare un profondo senso di bellezza, il quale era stato fino ad allora al centro della storia d'amore Barrett-Browning.
..."Che io ti ami respirando? Sorrisi, lacrime, io ti do tutta la mia vita! - e, se Dio volesse altrimenti? Allora ti amerò ancor di più dopo la morte." ,scrisse Robert pochi anni più tardi.
La risposta a questa ennesima dichiarazione d'amore è da rintracciare nei tanti sonetti composti già da tempo da Elizabeth:
Amato, mi portasti estate e inverno
molti fiori colti in giardino che qui,
al chiuso della stanza, parevano
sbocciare come a pioggia e a sole.
Ora per amore raccogli i miei pensieri,
qui pure germogliati,
che colsi al freddo e al caldo, dal mio cuore.
Sì, in attesa di essere da te potati,
aiuole e pergolati
si sono ricoperti di ruta ed erbe amare,
ma c’è anche l’edera e la rosa canina.
Conservale, come io feci coi fiori,
e mettile dove non sfioriscano.
Agli occhi insegnane i colori,
all’anima dì che le radici sono nella mia.
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Benoît Magimel nei panni di Luigi XIV in una produzione di Gérard Corbiau Nel 1692, a un giovane aristocratico francese in visita alla corte di Re Luigi XIV fu chiesto se fosse in grado danzare. Il ragazzo, che di nome faceva Montbron, rispose con caratteristica sicurezza, compiacendosi abbastanza da attirare l'attenzione degli altri cortigiani. Fu un errore da novellino: non passò molto prima che la cerchia di nobili lo invitarono a provare la sua bravura. È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo desideroso di una carriera politica nella Francia del XVII secolo dovesse avere bisogno di un buon maestro di danza. Essere abili nella danza era infatti sia un convenevole sociale sia una necessità politica e soprattutto segno di un'educazione aristocratica. "Una buona educazione prevede quella gradevole e disinvolta maniera, ottenibile esclusivamente attraverso la danza" , scrisse nel 1725 il celebre insegnante di danza Pierre Rameau. Ballare ma
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